Il caso Isola di Pasqua

L'isola di Pasqua è un'isola dell'Oceano Pacifico, situata a circa 3000km dalle coste del Cile, si tratta di un'isola formata da tre vulcani spenti, a cui gli occidentali approdarono la domenica di Pasqua del 1722, guidati dall'olandese JackobRogevee. L’equipaggio scoprì che l'isola era già abitata da una popolazione di origine polinesiana che, grazie all’ottima abilità nella navigazione, aveva raggiunto l’isola a bordo di canoe ricavate da tronchi di legno, che durante la traversata venivano svuotati dall’acqua che vi entrava con gusci di zucca che fungevano anche da contenitori di viveri. La ciurma occidentale non trovò un’isola felice, ma si scontrò con una dura realtà: gli isolani erano pochi, emaciati e rabbiosi.

Nel corso dei secoli avevano sfruttato selvaggiamente le risorse naturali del territorio, senza curarsi di rispettare i tempi necessari alla rigenerazione dell’ecosistema: per soddisfare il fabbisogno alimentare conseguente all’aumento della densità demografica, l’isola era stata deforestata, le colonie di uccelli marini, i molluschi, le tartarughe, erano vicini all’estinzione. Inoltre vi era un aspetto a dir poco spettrale, l’isola era disseminata di Moai, enormi strutture scolpite nella pietra vulcanica che rappresentavano volti umani stilizzati, che venivano eretti verticalmente grazie ad un sistema di corde e strutture in legno. Ciascun Moai simboleggiava un capo clan, lo scopo era mostrare il potere ed il prestigio esercitato dalle famiglie. I Moai venivano posti con il volto rivolto verso l'isola, per dare un senso di protezione agli abitanti.

L’incontrollabile smania che aveva spinto gli isolani a realizzare le gigantesche statue, aveva contribuito alla deforestazione dell’isola. Dopo qualche secolo, non era rimasto nemmeno un po’ di legna per appiccare un semplice fuoco,per riscaldarsi o cuocere il cibo,per creare un'abitazione o una via di fuga, come delle banali canoe per abbandonare l'isola. Che cosa era accaduto? La popolazione aveva spezzato un equilibrio, l'ecosistema dell'isola si era irrimediabilmente incrinato. Scoppiarono lotte intestine per accaparrarsi l’ultima legna, il poco cibo rimasto, le ultime canoe in buone condizioni. L’istinto di sopravvivenza prevalse sul senso di solidarietà collettiva.Si generò un costante senso di paura e di incertezza, si disgregarono i legami sociali, non esisteva più un obiettivo comune.

Dal 1888 l’isola di Pasqua è stata annessa al Cile, da cui dipende per il carburante e per il cibo, trasportato quotidianamente via aereo. Gli abitanti parlano spagnolo, frequentano le università e le scuole del continente. La popolazione è attualmente di circa 5.000 individui, più o meno il doppio rispetto a venti anni fa. I lavori sull’isola sono quasi sempre legati al turismo,attratto dalla bellezza misteriosa dei Moai.

di Pietro Novaro e Alessia Massa - impaginato da Benedetta Iebole

Image
Image